L’additive manufacturing, tecnologia più comunemente nota con il nome di stampa 3D, rappresenta un nuovo modo di progettare componenti secondo la filosofia di «aggiungere il materiale solo dove serve», in modalità strato-su-strato. Questo consente di costruire geometrie complesse non realizzabili con tecnologie tradizionali e senza che questo comporti necessariamente un sostanziale aumento di prezzo.
L’additive manufacturing è una delle tecnologie abilitanti del paradigma di Industria 4.0 e spesso viene indicata come responsabile della cosiddetta «quarta rivoluzione industriale». Nonostante questo, nessuna rivoluzione può prescindere da ciò che l’ha resa tecnologicamente possibile ed è proprio per questo che anche l’additive manufacturing può esprimere il suo massimo potenziale quando viene utilizzata in combinazione con le tecnologie produttive tradizionali, in un connubio meglio conosciuto come hybrid manufacturing.
Questa combinazione di tecnologie offre la possibilità di realizzare forme complesse altrimenti non realizzabili, secondo i principi del Design for Additive Manufacturing (DfAM), che mirano ad inserire materiale solo dove questo è necessario, massimizzando le prestazioni del componente (multifunzionalità) e riducendone il peso, caratteristica che rende le tecnologie di additive e hybrid manufacturing estremamente competitive in termini di sostenibilità ambientale, in particolare nelle applicazioni automotive e aerospace.
Per assicurare il corretto svolgimento dei processi additivi ed ibridi, è necessario inoltre avere accesso a strumenti che consentano di effettuare controlli non distruttivi, sia in termini di geometria che di struttura interna dei componenti realizzati, obiettivi realizzabili tramite tomografia computerizzata e macchine di misura a coordinate.
Ultimo, ma non meno importante, è l’aspetto che riguarda l’automazione dei processi sopra elencati e lo sviluppo di tecnologie di post-processo, che consentano un ulteriore avanzamento tecnologico di queste nuove tecnologie, ampliando ulteriormente il range delle loro potenziali applicazioni.
I sistemi di additive manufacturing presenti all’interno del Laboratorio B+ rappresentano l’avanguardia nel campo di metalli, compositi e polimeri e sono corredati anche da macchine che rappresentano lo stato dell’arte in termini di controlli non distruttivi e reverse engineering, al fine di rendere il più completa ed esaustiva possibile l’intera procedura che va dal redesign e ottimizzazione di un componente, alla sua effettiva realizzazione, al controllo di difettosità e geometrie, nonché alla migliorata automazione dell’intero processo e delle fasi che seguono la fabbricazione vera e propria.
Grazie alla coesistenza di tecnologie e know-how ad ampio spettro, il laboratorio B+ favorisce la contaminazione scientifica e culturale, ponendosi come centro di riferimento per l’educazione alle nuove tecnologie produttive con un approccio sia teorico che pratico, grazie anche alla possibilità di fornire servizi specializzati alle aziende del territorio nazionale e non solo.